Endeavor: la prima terapia digitale basata su un videogame

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Endeavor terapia digitale basata sui videogame

Le nuove tecnologie hanno migliorato la vita di tutti i giorni ma soprattutto, hanno apportato un contributo prezioso nella medicina. Nel 2020, si può dire che vi è stato un vero e proprio boom anche in Europa, delle terapie digitali. Diversi articoli scientifici pubblicati fino ad oggi, 80 solo nell’ultimo anno, hanno dimostrato come il mercato della terapia digitale sia in forte espansione. Ad oggi, si pensa che possa raggiungere dagli 1,7 miliardi di dollari attuali, anche la cifra di 9,4 miliardi entro il 2028. Quando parliamo di terapie digitali, chiamate anche Digital Therapeutics, ci riferiamo ad un tipo di terapia che riesce a sconfiggere una specifica patologia oppure a tenerla sotto controllo grazie all’utilizzo di dispositivi tecnologici. Sia che si tratti di un’applicazione per dispositivi mobili, che di un sistema web oppure di dispositivi indossabili, quelli che utilizzano strumenti tecnologici mettono in campo delle terapie digitali a tutti gli effetti.

La confusione normativa sulle terapie digitali

Nonostante la confusione in termini normativi in Europa, queste terapie però stanno iniziando a diffondersi in maniera molto soddisfacente.

All’estero la lista di terapie digitali è davvero molto lunga. Però in Italia, invece, scarseggiano ancora. Quello che è certo, è che la prima che ha avuto l’autorizzazione è stata la ReSet nel 2017 ma in realtà, la prima terapia digitale risale circa 2009 con una sperimentazione per il trattamento della depressione. Si tratta della terapia digitale Deprexis. Questa piattaforma era molto efficace per il trattamento di tale patologia perché dava un aiuto cognitivo comportamentale sulla base dell’analisi dei dati, stando vicino al paziente minuto per minuto. In alcuni Paesi come Svizzera e Germania, ogni giorno viene utilizzata ed è rimborsata dalle assicurazioni. Ma, una delle più innovativi terapie digitali ed anche una delle più diffuse, di fatto, è quella chiamata Endeavor.

Endeavor, la terapia digitale basata sui videogame

Endeavor è una terapia digitale basata sui videogame. È stata approvata pochi mesi fa dalla Food and Drug administration (FDA), l’agenzia americana dei farmaci. La FDA ha detto il suo consenso perché si tratta di una terapia digitale in grado di migliorare l’attenzione nei bambini che hanno il disturbo da deficit di attenzione o quello dell’iperattività. Questo prodotto è indicato per i bambini di età compresa tra 8 e i 12 anni che soffrono di tali disturbi legati alla sfera dell’attenzione. La terapia digitale va letta in programma educativo di tipo medico molto più ampio ed è tutt’ora al vaglio da un punto di vista clinico e terapeutico. Questa terapia digitale tiene lontano il farmaco dai pazienti affetti da ADHD. Secondo i centri che l’hanno iniziata a mettere in campo, sta dando degli ottimi risultati. Ben 600 bambini sottoposti a questo test hanno mostrato infatti, dei miglioramenti. C’è da dire che questa terapia, permette di vincere il disturbo dell’attenzione in maniera molto pratica.

Le specifiche di Endeavor

Il videogioco specifico per i bambini che soffrono di ADHD è stato sviluppato da Akili Interactive Labs. Il suo nome è “EndeavorRx”. Il videogame è disponibile sia per oc che per iPhone, iPad e Android.  La cosa particolare di questo gioco è che offre anche una specifica posologia, ovvero il manuale d’istruzioni rappresenta un po’ una sorta di bugiardino per il videogioco. Infatti, i bambini devono usare EndeavorRx per 30 minuti al giorno almeno 5 giorni alla settimana. Il trattamento dura almeno un mese. L’obiettivo del videogioco è quello di schivare ostacoli e andare a raccogliere determinati tipi di oggetti. Grazie a questo sistema si aiutano i bambini affetti da disturbi dell’attenzione in modo clinicamente provato e senza controindicazioni.

Come funziona Endeavor e primi risultati

La terapia digitale Endeavor aiuta i bambini che hanno il disturbo da deficit attentivo con iperattività. Dal 16 giugno 2020 la FDA gli ha concesso l’autorizzazione a utilizzarla. In pratica, questi bambini finiscono per avere poca cura per i dettagli, non possono portare a termine dei giochi e dei compiti. In genere, si cura con la terapia farmacologica, ovvero una terapia abbinata ad un percorso comportamentale e a degli psicostimolanti. Invece, tale terapia digitale – adatta tra gli 8 ed i 12 anni permette di creare una sorta di videogame che vada ad attivare specifici sistemi neurali nel cervello per trattare delle malattie con disfunzioni cognitive associate. Grazie a questa tecnica che è coinvolgente ed accattivante, il bambino riesce ad applicarsi e superare in parte il suo problema. Non sono stati previsti per ora effetti collaterali se non rari casi di mal di testa, nausea e sonnolenza in pochi casi.